Cessione del quinto: cosa fare se si è neo assunti

persona che tiene in mano smartphone e segna appunti su un quaderno

La cessione del quinto rappresenta una conveniente opportunità di prestito che prevede la detrazione di rate costanti dallo stipendio, fino al tetto massimo di un quinto. Il fatto che ci sia la propria busta paga a garanzia è un fattore molto importante, che rende accessibile questi finanziamenti anche a chi in passato è stato un cattivo pagatore.

La cessione del quinto è una valida soluzione per i neo assunti, anche se in questo caso vanno fatte delle opportune distinzioni. Il problema principale per un giovane lavoratore consiste nel non aver accumulato un Tfr, che normalmente funge da ulteriore garanzia per questa tipologia di prestiti, a copertura delle rate in caso di licenziamento.

Nel settore pubblico solitamente vengono adottate, a tutela dei neo assunti, altre forme di garanzia legate alla solidità finanziaria dell’azienda. Per il settore privato, può essere più complicato concedere la cessione del quinto ad un neo assunto: spesso è necessario limitare i rischi di insolvenza e avere gli strumenti da azionare per il recupero crediti.

Un neoassunto che desidera ottenere della liquidità extra tramite la cessione del quinto può dunque incontrare maggiori difficoltà, legate in parte all’assenza del Tfr ed in parte alla mancanza di una posizione lavorativa consolidata. Va sottolineato che, nel caso di dipendenti privati, se il richiedente non ha almeno 18 mesi di anzianità di servizio  è molto difficile istruire una pratica.

In alcuni casi può essere possibile valutare la pratica in assenza di Tfr, ma questo discorso riguarda esclusivamente alcune categorie specifiche per le quali il Tfr non viene preso in considerazione, come i dipendenti para pubblici.

Il primo problema da affrontare riguarda l’importo erogabile che, sebbene possa variare a seconda della banca o della società finanziaria coinvolta, sarà più contenuto rispetto ad una classica cessione del quinto. 

Molti istituti di credito, per prassi, richiedono il superamento del periodo di prova e un’esperienza lavorativa già maturata di almeno di 5/6 mesi. 

E’ abbastanza ovvio che essere in possesso di un contratto a tempo indeterminato rappresenta comunque la situazione lavorativa ideale per ottenere qualunque tipo di finanziamento. 

Possono richiedere la cessione del quinto senza TFR i lavoratori dipendenti che in precedenza abbiano già fatto richiesta di un anticipo del TFR o coloro i quali non hanno ancora maturato gli anni di servizio necessari.

In questi casi è necessario un contratto a tempo indeterminato, con un’anzianità di servizio da 3 a 6 mesi e l’accensione di una polizza assicurativa in caso di rischio insolvenza. L’importo richiedibile dovrà essere ridotto. 

Si può attivare questa opzione se l’azienda presso cui si lavora ha dimensioni medio-grandi (oltre 16 dipendenti) ed la forma giuridica è S.p.a., S.r.l., S.a.p.a. E’ molto importante ai fini della valutazione anche la stabilità del datore di lavoro, che determina una maggior propensione degli istituti di credito ad erogare il prestito.

Inoltre è fondamentale che il numero di lavoratori sia superiore a 16, perché in questo caso per legge è prevista la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro in caso di perdita dell’impiego, rendendo fattibile la cessione del quinto in caso di licenziamento.

pubblicato il 25/10/2021

A cura di: Alessia De Falco

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